lunedì 3 dicembre 2012

I Giullari

Lo spettacolo dei giullari
Nel Medioevo  i giullari erano degli intrattenitori che davano spettacolo e facevano divertire il pubblico per guadagnarsi da vivere ricevendo regali che potevano consistere in denaro, capi di abbigliamento ,cavalli e addirittura in terre.Il termine giullare comprende una vasta gamma di intrattenitori come: cantastorie, suonatori, mimi, buffoni, equilibristi, giocolieri, prestigiatori,acrobati, danzatori, contorsionisti, ammaestratori di animali, incantatori di serpenti e marionettisti. Il giullare non interpreta un personaggio drammatico, ma impiega il linguaggio del corpo per mostrare le proprie abilità.Non presenta, quindi, le caratteristiche del concetto di attore moderno, ma è piuttosto assimilabile ai contemporanei intrattenitori di strada o agli artisti del circo. I giullari si esibivano prevalentemente da soli anche se  spesso il suonatore poteva essere accompagnato da una danzatrice o un acrobata. Questi intrattenitori si esibivano per strada, nelle taverne e nelle piazze soprattutto durante mercati e fiere, ma accorrevano anche a corte in occasione di feste e visite di personaggi illusti.Offrivano un’estrema varietà di perfeormance ,quali: far ballare le marionette,esibirsi con coltelli e sfere,suonare vari strumeti, imitare il canto degli uccelli, comporre canzoni, danzare, fare capriole e compiere altri esercizi acrobatici, ecc..


La condanna dei giullari
I giullari sono spesso menzionati dagli scrittori cristiani che condannavano ogni forma di spettacolo profano  associando  i divertimenti mondani ai piaceri dei sensi.Gli intrattenitori sono accusati di tenere un comportamento osceno , incitando al riso, alla lussuria e al peccato. Difatti nell’iconografia gli intrattenitori sono raffigurati cone esseri mostruosi e deformi alludendo così a una degradazione morale e appartenenza ai seguaci del diavolo. Alcuni ritenevano addirittura che i principi dovevano strerminarli invece che sfamarli.I giullari vengono definiti turpi,vani e girovaghi.Le danzatrici e le giullaresse erano assimilate alle prostitute, poichè l’esibizione del corpo femminile era considerata un incitamento alla lussuria. La chiesa tollerava i mendicanti poichè l’elemosina consentiva al ricco di  riscattarsi dai suoi peccati , mentre considerava i giullari inutili e dannosi, per il fatto che erano girovaghi, senza una dimora fissa e quindi difficilmente controllabili. Per questo serano emarginati dalla società. L’unico che recupera la dignità dei giullari è Tommaso d’Aquino (un frate domenicano) che riconosce la loro professionalità e sostiene che il loro mestiere  è necessario alla ricreazione degli uomini e può essere svolto puchè non si usino parole e gesti illeciti e non si diano spettacoli durante la Quaresima.



 

Menestrelli e buffoni di corte
Il parziale reinserimento del giullare nella piramide sociale passò attraverso le corti e la protezione degli aristocratici,ovvero attraverso l’integrazione in una categoria servile, come per i menestrelli, che svolgevano soprattutto la funzione di suonatori.A partire dalla fine del XIII secolo, alcuni giullari riuscirono a stabilirsi presso famiglie reali e aristocratiche sottraendosi ai pericoli della vita girovaga:emerse così la figura del buffone di corte, che con il costume bicolore, il bastone giullaresco, il cappuccio a sonagli e le orecchie d’asino è diventato simbolo della follia. In questo modo i giullari finirono per perdere il carattere originario e la carica tresgressiva. Con la trasgressione sotto controllo e la follia simulata, i buffone di corte cominciò a rappresentare l’altra faccia della saggiezza.